Luca Gamberini da THE BEST OF

 

DI TUTTE LE COSE PERDUTE

Mi sono arreso al giudizio del grano mietuto all'assenza, la mancanza crea polveri indelebili e ragnatele ad angolo ottuso, lo sprofondare delle primavere tra le vegete crepe, l'estate è il richiamo di una fontana dalla pena segreta, dismesso il cuoio ci si cuce un'ombra sul petto e si attende il ritorno di anni lontani sussurrati alla pioggia d'ottobre. Niente ha cambiato il futuro, trascorso a imparare inutili strade che non ci hanno trovato, eppure le mie mani sapevano dove accasarsi al desiderio e le mie labbra crescere al dunque. Di tutte le cose perdute tu sei la più cara, erba piegata dal fianco che riduce l'attesa stremata, fiore essiccato tra le pagine a emanare luce dagli occhi. Nuove sere a ferire lo sgomento del sangue al risveglio, nascosta da un cerchio di fumo sorridi ai gesti che ti rendon sicura, i dolori si son tutti arresi ai ricordi che cambiano colore al prato del cielo. Di tutte le cose perdute tu sei la più cara, il buio cieco rincuora il deserto che ha spento la fiamma, la bellezza non basta per le donne che sanno guarire al sapone, un filare di peschi protegge il fagiano ancora intontito da un nuovo mattino, torneranno oblunghe le ombre a svelare la pigrizia del meriggio, il tuo vivere altrove è un mare disteso sconosciuto alla terra, ogni cosa, creata dall'alba, porta il tuo nome a spasso fino al tramonto, poi di nuovo il silenzio, dall'odore del grano a mietitura finita.

(THE BEST OF - 2019)

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